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capitolo xxiii. 295


dottori che vadano per la maggiore; anzi, ai giorni nostri scenziati di grido dimostrano per filo e per segno, che vostra signoria, che io, in fin di conto, siamo scimmie piallate.

Il tessiano di un salto si alzò da sedere, ma l’altro pacato continuò:

— E poi che serve recalcitrare con la forza del secolo e il genio della umanità? Così decretava solennemente il congresso degli Stati Uniti, — e se è lecito, anzi dovere del libero cittadino discutere la legge, finchè mandata a partito non riesca vinta, vuolsi rispettare una volta votata. Pensi al misero Brown; egli pretese contrastare alla legge, la quale allora permetteva la servitù, e venne senza misericordia impiccato...

— Costui fa arruffapopoli, e quando lo impiccarono non gli diedero il suo avere.

— Scusi, vostra signoria gli avrebbe dato, oltre la forca, il vantaggino? Il Brown venne al mondo troppo presto; in tutte le umane faccende per pigliar pesci bisogna levarsi presto, eccettochè nelle politiche, dove chi si affretta busca croce, o corda, o fuoco: Arnaldo da Brescia, Giovanni Hus, Girolamo da Praga apparvero primaticci, e fureno arsi; Lutero sbucciò a tempo, e fece la riforma. Adesso veda vostra signoria in che acque ella navighi: la guerra di secessione è finita: adattiamoci ai fatti conchiusi; non rimescoliamo le ceneri dei morti; in-