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260 | il secolo che muore |
urlano i commensali voltisi verso il capitano e tendendo contro lui i pugni chiusi.
— Attenzione! senza punto commoversi grida più forte il capitano, e rincalza la sua voce col suono della campana. La mensa, o cittadini, esercita due forze; la prima sul principio, la seconda all’ultimo; una è centripeta; di fatti vi vedo seduti tutti, e Dio vi benedica; l’altra è centrifuga, e pasciuti che foste, vi sperdereste di qua e di là, e bravo chi vi agguanterebbe; io vi ho contato e voi siete giusto duecentoquindici: ognuno deponga il suo dollaro nella inzuppiera, e riscosso che abbia il costo del pranzo io ve lo continuerò sotto lieti auspicii coi quali l’abbiamo incominciato.
Gli americani non si adontarono dello strano ragionamento: anzi taluno esclamò:
— Molto benissimo! — intanto che gettava il suo dollaro nella zuppiera.
Qualche tessiano di origine spagnuola parve volersene risentire, senonchè la coscienza, tirandogli una falda del vestito, gli susurrò dentro all’orecchio destro: giù la superbia, che tu sei fantino non solo da scroccarti lo scotto, ma sì di portarti via la posata. E la fame, tirandolo per l’altra falda, gli urlò nell’orecchio sinistro: arrabbio: ond’egli si adattò a pagare, e gittando il dollaro tempestava percotendo del pugno su la tavola: da bere! da mangiare!