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254 | il secolo che muore |
parve volesse cavalcarlo; di qui un riso inestinguibile e nuvoli di polvere levati dal pestare dei piedi in terra, e urli, e un battere delle mani che andava alle stelle.
Fin qui commedia, ora incomincia la tragedia, perchè, si sa, i casi umani, onde sieno perfetti, hanno da presentare i caratteri della tragicommedia; invero il giumento, infellonito dal bruciore dentro l’orecchio, spicca un salto, e saltando tira un’altra coppia di calci, che spaccarono il cranio come una melanzana al predicatore della schiavitù: egli era paesano del Texas, e perciò aveva condotto seco moglie, due nuore e cinque figliuole e un cappellano; perchè si professasse cattolico, apostolico e per giunta romano; siccome in America non usano svenimenti, le donne misero il malcapitato nelle mani del cappellano e ripresero il cammino di casa loro conducendo seco l’asino. Gli astanti sparsero di terra l’erba insanguinata, e le cose ripresero l’aspetto di prima.
I due uomini che parevano i capi delle processioni, ristrettisi insieme a parlamento, in breve si trovarono d’accordo a continuare il broglio delle elezioni, remossa qualunque predica: impertanto posero sopra due ceste voltate sottosopra due corbelli zeppi di polizze celesti e rosse co’ nomi dei due candidati alla presidenza della Contea; uno era, e l’ho già detto, Sandiford di Bastrop, abolizionista,