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capitolo xxiii. | 269 |
dalla calca delle offerte tentennavano; intanto ecco dalla parte opposta del fiume venir via a golfo lanciato parecchi palischermi: certo ognuno procedeva spinto da quattro paia di remi, ma se la corrente fosse stata impetuosa come i negri asserivano, non si sarebbe potuta tagliare così addirittura; i palischermi non sursero tutti nel medesimo punto, bensì sparpagliaronsi lungo la riva, e i marinari, appena scesi, presero a urlare a squarciagola:
— Chi vuol passare dall’altra ripa? Chi vuole imbarcarsi per Lagrangia, per Colombo, per Bastrop, per Austin, faccia presto; si passa a credenza...
Curio e Filippo non si poterono astenere da ridere di cuore della furberia dei negri, i quali non si fecero più brutti, perchè questo era impossibile; peggio accadde quando i nostri amici, per istraziarli, si scusarono di non approfittare delle loro offerte; pure per commiserazione diedero loro mezzo dollaro di elemosina e se ne andarono. I negri presero a storcersi in atti di rabbia e di minaccia; scagliarono loro addosso il mezzo dollaro, e poi recatesi le mani alla bocca ci susurravano parole le quali avventavano contro i bianchi a guisa di sassi: certo ci è da scommettere che non erano benedizioni.
Di corto, i nostri viaggiatori, in compagnia di parecchi tessiani, da più parti usciti fuori della selva.