Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
capitolo xxiii. | 267 |
(allora non correvano i dollari). Le signorie vostre parlano come persone che non sanno niente.
— Come non sappiamo niente? Il tratto di qui a là vuoi tu che misuri oltre quattrocento braccia? In meno di un quarto di ora il transito è fatto.
Il negro si mise a ridere sgangheratamente, la femmina lo imitò mostrando i denti bianchi e acuti da disgradarne un cane da presa, e l’una ciondolava il capo verso l’altro a guisa di montoni che accennino cozzare; riso ch’ebbero un pezzo, il negro soggiunse:
— Per traghettare quest’acqua, mirino, padroni, bisognerà andare un duemila passi in su lungo la ripa del fiume, se basteranno; anzi, oggi non basteranno di certo, perchè la corrente tira in giù a furia, e se ti agguanta co’ suoi denti di alligatore non ti lascia se prima non ti abbia scaraventato nel golfo di Matagorda.
— All’occhio questa furia di corrente non apparisce.
— Che importa che la vostra signoria la veda; a vincerla tocca a me.
— Tu dici la bugia per iscorticare il prossimo; ti aiuteremo anche noi.
— Le vostre signorie al remo? Ma che ci pensano!
— Eh! noi siamo gente da bosco e da riviera.
— Mancano i remi per tutti.