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vi avrebbe riconosciuto! Come qui? Mirate casi! In questo momento io pensava a voi...

Così incominciò a parlare Isabella, e Filippo di rimando:

— Perchè a me...?

— Che so? A voi e a Curio, e non mi potendo capacitare come a lui e a voi potesse bastare l’animo di lasciarmi tanto tempo senza vostre nuove, fra me pensava, qualche altra disgrazia mi sarà cascata su le spalle.

— Giusto, veniva a darle nuova di Curio; e la signora Arria come sta?

Isabella non rispose altro che levando gli occhi al cielo e stringendo le mani come chi si raccomanda. Allora Filippo girò la ruota del timone e soggiunse.

— Io, signora mia, le vorrei parlare in luogo dove veruno ci sentisse.

La Isabella umile riprese:

— Andiamo in cucina, non ho altra stanza più adatta.

Andarono: non ci erano seggiole; Filippo si sentiva stanco; cominciò ad appoggiarsi al camino, poi vi mise su la coscia offesa, poi l’altra, finalmente ci si assettò a sedere.

— Ebbene? interroga Isabella, vedendo come Filippo gingillava a parlare.

— Ecco, signora, prima di tutto bisogna che si