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178 | il secolo che muore |
spiro di luce: anche la pensione vitalizia della vedova, a cura del maggiore, era stata per parecchio tempo impiegata ad Abacuc, figlio di Anania e padre di Abramino Ottolenghi.
Il Fadibonni ecco si mostra improvviso nella camera di Radegonda, la quale dalla comparsa di lui rimase abbarbagliata, levò supplice le pupille al cielo, le mani congiunse in atto di preghiera, mosse le labbra, ma non potè profferire parola; il peccato aveva preso a nolo dalla beghineria le sue smorfie, ma quel tristo le si accostò carezzevole, la blandì con parole soavi, e siccome ella mostrava non crederci, egli, aggrondate le sopracciglia, proruppe in accenti minatori, perchè la donna smarrita lo pregava per l’amore di Dio e delle anime del purgatorio a placarsi; il maggiore durò un pezzo ingrugnato, alfine parve rasserenarsi, e strettale la mano le disse:
— Addio, a stasera, se posso, verrò a cenar teco.
Rimasta sola Radegonda, per la grande contentezza non capiva nella pelle, le pareva toccare il cielo con un dito: senza porre tempo tra mezzo prese a rovistare per la casa, onde rinvenire robe da potersi fare onore: ahimè! dentro le cantere non tovaglie, nè tovaglioli, nella credenza non posate, non stoviglie su la rastrelliera; di accattarli in presto si peritava; amore vinse vergogna, e con occhi bassi e tremula voce si condusse a chiedere