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176 il secolo che muore


i vecchi tabaccosi non le andavano a fagiuolo, e la povera donna aveva ragione. Intanto il sodalizio con gli angioli in sembianza di giovani eternamente leggiadri, l’estasi amorose, le preghiere lubricamente devote, le orazioni confettate di misticismo e di libidine, l’amor divino rinforzato coll’acqua arzente del bruciore terreno, avevano proprio ridotto la misera creatura in un mucchio di stoppa, anzi di polvere, o piuttosto in un barile di petrolio. Dio guardi se ci fosse cascata sopra una favilla. Veruna compagnia di sicurtà contro agl’incendi l’avrebbe per tesoro assicurata; — e poi incendio di amore non ha riparo. Di fatti la favilla non mancò. Fortuna volle che dirimpetto alla vedova tornasse di casa il Fadibonni; si videro, si adocchiarono, si salutarono, si sorrisero; costui, spillando lo stato della vedova, la seppe abbastanza comoda secondo il suo stato per la pensione lasciatale dal marito, a dovizia fornita di masserizie, di panni, di ogni ragione orerie, insomma di tutto ciò che i giureconsulti romani distinguevano col nome di mondo muliebre. Ce n’era di avanzo, perchè il Fadibonni se ne mettesse incontinente alla caccia, e non fa lunga impresa, nè ardua: pei bambini balocchi di legno, ai vecchi balocchi di carne: pari in entrambi la concupiscenza di ottenerli, dispari la tenacità di conservarli: quanto facile i primi a buttarli via, altrettanto duri i secondi ad agguantarcisi con tutti i