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168 | il secolo che muore |
— Dunque parrebbe che remosso ogni ostacolo io potessi liberamente presentarmi a lei?
— Aspetti un momento ed avrò l’onore di presentarla io stesso; — prima però mi occorre pregarla.
— Di che?
— Non si spaventi, Abramino: di cosa che lievissima per lei, tornerà a me di supremo vantaggio: ho bisogno di trovare in presto mille lire per tre mesi.
Abramino, facendo il chinese, rispose: — Niente di più facile.
— E viva sicuro di due cose: del pagamento puntuale a scadenza e della mia eterna gratitudine.
— Degli affari di casa io non mi occupo, ma ho motivo di credere che, presentandosi al banco Ottolenghi, vostra signoria non sarà rimandata, somministrando, bene inteso, le debite cautele e pagando gl’interessi di ragione... anticipati.
— Che guarentigia vuol’ella che io le offra? che la mia obbligazione non l’avrebbe a bastare?
— A me basterebbe; ma io sono figliuolo di famiglia; nelle faccende del banco non mi occupo punto; quattrini non tocco. Il mio signor padre mi assegna lire mille al mese, le quali giusto ho riscosso dal cassiere stamattina: di altro non posso disporre.
E per mostrare che diceva la verità, tratto fuori dal portafogli mun biglietto bianco della Banca Nazio-