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164 | il secolo che muore |
— Non guasta; volterò la Madonna dall’altra parte e tutto sarà accomodato.
— Brava! Libera Chiesa in libero Stato. Dunque ti annunzio un gaudio magno, il mio sostituto è Abramino Ottolenghi.
— Già me l’era immaginato...
— Accetti?
— E come!
— Co’ tuoi bei modi angelici tu arriverai a strappargli le penne maestre: non ti mancherà il cuore; in ogni caso ricorda che ti è affidata la vendetta di mille pelati fin della calugine.
— Circa a questo io ci renunzio, perchè, vedi, amor mio, è più facile pelare un pettine da lino che un ebreo, quantunque innamorato e di nido. Credilo...
— Alla tua esperienza; ci credo e non fiato più: però è bene che tu sappia che tutto questo non ti sarà concesso fruire senza il mio consenso, perchè l’ebreo mette per condizione finale al contratto il pacifico possesso.
— O non lo hai già dato il tuo consenso?
— Io non l’ho dato, ma lo darò a un patto.
— Quale?
— Che delle lire settecento pel primo mese tu me ne abbia a rendere mezze.
— Mezze! Ma che ci pensi? Ed a qual titolo pretendi tanti quattrini? Allora il mercante guadagnerebbe meno del mezzano?