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160 | il secolo che muore |
E siccome Abramino, sospettoso, lo guardava sottecchi e non fiatava, il Fadibonni, incalzando, aggiunge:
— Ah! s’ella, signor Abramino, la pigliasse sotto la sua protezione... dacchè so che ama svisceratamente cotesto angiolo... se mi promettesse tenerla come la teneva io... gua’! poichè così vuole il destino, piuttosto lei che un altro.
— Se la spesa non fosse grave; se mi convenisse non sarei lontano dall’accollarmela... si può sapere, caro lei, quanto costerebbe il mese?
— Ecco... io l’aveva, si può dire, quasimente per nulla; per vitto e vestiario cinquecento lire...
— Per nulla! Ma che canzona, caro lei? Il mio signor padre mi ha assicurato più volte che in sua gioventù con cento lire, a sfondare, si aveva fior di roba.
— Ma, signor Abramino, si compiaccia riflettere che altre volte con quarantacinque centesimi si comprava una libra di carne di vitella grossa di prima qualità, ed oggi non bastano sessantacinque per quella di vacca... il porco costa un occhio, quantunque non manchi sul mercato. Consideri ancora che il suo signor padre non gli ha detto s’era solo in affari o in società... ho luogo di credere ch’egli stesse in società, se non in accomandita, almeno in partecipazione.
— Dunque cinquecento lire tutto compreso?