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148 | il secolo che muore |
impedimento a tuffare il bugliuolo; a fine di rimovere l’ostacolo calarono un paio di ganci, ma, non bastando a sollevare il peso, ce ne aggiunsero un secondo paio, poi un terzo; tira... tira, fra schiamazzi e risa portarono fino all’orlo del pozzo un cadavere... il cadavere del soldato cui il buon Curio aveva promesso sovvenire; la giovane incinta, quando seppe l’atroce caso, si accosciò giù, si coperse il capo, stette immobile sul giaciglio di paglia, non pianse, cheta cheta aspettò che la fame le conducesse liberatrice la morte.
Fadibonni mise un bel pezzo a guarire, imperciocchè, quantunque le sue ferite non presentassero verun carattere di gravità, e’ bisognò che aspettasse gli sfumassero dalla faccia il nero, il pagonazzo, il turchino, il verde e il giallo, che tanti sono appunto i colori della pesca reale.
Curio, preso dal delirio, si versò lungo tempo in pericolo senza speranza di salute, ed anche i medici se la buttavano dietro le spalle, non mica per difetto di carità, che anzi umanissimi erano, ma perchè conoscevano come, salvandolo da una morte, lo avrieno gittate fra le braccia di un’altra più triste e forse più dolorosa. Contro l’aspettativa e il desiderio così dei nemici che degli amici, sopravvisse, ed in capo a ben lunghi undici mesi Curio tornava più gagliardo di prima.
Intanto il tribunale militare aveva incominciato