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esclamò Fadibonni; e la tua invenzione merita premio, e così dicendo diede mano al suo portafogli; il servo tese subito la destra; ma vuoto era il portafoglio, e vuota rimase la mano alzata del servitore. Il Fadibonni, sconcertato, poichè stette alquanto sopra di se, barbottava:

— E’ piove sul bagnato! E sì che prima di giacermi a canto a lei avvertii a mettermelo sotto al capezzale... ma Giulia gentile li sente all’odore meglio che il cane i tartufi.

Curio non si mosse finchè non vide tramontato il sole; ed avendo mancato allo appello in quartiere, ci guadagnò tre giorni di arresto, uno dei quali inasprito col digiuno di pane ed acqua. — Quando si trovò libero uscì; mandava faville pari alla sbarra di ferro tratta fuori dalla fornace; guardava torto e taloccava iroso; non chiese licenza di abbandonare la caserma; per questa volta non pensa ad avviarsi a casa il maggiore, cerca i luoghi dove sapeva trattenersi costui; al caffè non lo rinvenne, non al biliardo, non al ridotto; di un tratto sbircia su la piazza un gruppo di ufficiali, e il cuore accelerando i suoi palpiti lo avverte colà trovarsi il maggiore; nè s’ingannava; vistolo, si accosta, e con la mano al caschetto gli fa il saluto militare; il maggiore descrive con la persona mezzo giro a sinistra e finge non vederlo. Curio si conduce dall’altro lato e rinnuova il saluto. Invano, che il mag-