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capitolo xxi.


— Ed ella amò te...

— E fui preso nella leva; sai tu che numero estrassi? L’uno; mi toccò separarmi da lei e lasciarla...

— Incinta.

— O come lo sai? Chi te lo ha detto?

— Me lo ha confidato nelle orecchie madre natura.

— Adesso ella mi scrive non poter più celare il suo stato, non essersi attentata a frequentare le case in traccia di lavoro, e quando pure, vinta la vergogna, ci si fosse esposta, ne avrebbe ricavato infamia, non soccorso: ormai trovarsi allo estremo; non sapere come tirarsi innanzi; impegnato tutto; giacersi sopra la paglia senza saccone; finchè non avesse partorito la creatura che si sentiva muovere dentro le viscere, volere vivere, ma caso mai avesse dovuto soccombere sotto il peso della fame... per lo amore di Dio non sospettasse ch’ella con deliberato animo avesse ucciso il figliuolo di lui. Della povera creatura, di lei che lo amava tanto si ricordasse; nelle sue orazioni pregasse per loro. E più non potè dire, sicchè rimasero co’ colli tesi, l’uno con la bocca incollata all’orecchio dell’altro.

A Curio, mentre teneva gli occhi intenti nella tenebra, ecco apparir disegnato con luce, che pallida in prima, diventa poco a poco più splendida e viva, il numero 600. — Ah! l’ho trovato, egli esclama, l’ho trovato, e quello che non avrei ardito per me,