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capitolo xxi. |
— Vai pel pane, pel vino, apparecchi, sparecchi, risciacqui i piatti e bicchieri, ed ecco...
— Basta, basta; sai che ho pensato?
— Che hai pensato?
— Che tutte queste cose ti farai da te.
— Come! ricusi? Un vero canonicato!
— Per ora non ho colpa da meritarmi i lavori forzati.
— Ma al quartiere ti toccherà peggio.
— Può darsi, ma servendo tutti, servo nessuno; e tra questi tutti ci entro ancora io.
— Bada! te ne pentirai.
— Allora ci sarà sempre per rifugio l’inferno.
— Tuo cuore, tuo consiglio. Oh! a proposito; bisogna ti dia un avvertimento: fuori di qui non ci conosciamo; anzi, procura di fare in modo da allontanare fino il sospetto che ci siamo conosciuti.
— Oh! quanto a questo vivi tranquillo, sarà pensiero mio.
E si separarono.
Fadibonni, rimasto solo, si mise a riscontrare i pagherò. Cento, duecento... oh! delizia, trecentocinquanta, cinquecento, uno di mille! Benedetta la mamma che ti ha fatto, o Curio dell’anima mia!
Insomma, e’ ce n’era per una diecina di mila lire, e che nomi! Giovani della più prelibata nobilea; di oppositori e di sostenitori sfegatati del ministero; neri, rossi e azzurri. — Ma questa è una manna, di