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128 | il secolo che muore |
co’ preti, perchè con le messe e i tridui loro procurino salvarmi l’anima.
— Ma o la paga di maggiore?
— Oh! se a ciascun l’interno affanno... con quello che seguita; vien qua, accostati a me, ch’io non vorrei lo risapesse l’aria. Sai tu che ci è di nuovo? Se io ho voluto passare maggiore, mi è toccato obbligarmi a cedere un terzo della mia paga al colonnello per cinque anni, e appena ne sono passati tre.
— Che mai! Questo non è possibile.
— Possibile questo ed altro. Aggiungi l’uscita degli amori, di cui è rincarato il prezzo a misura della penuria dei viveri, e senza amore un cuore ben fatto non può durare un giorno... — dammi un fiammifero per accendere il sigaro... — e se in questa altalena non mi fossi armato di provvidenza col mettere da un lato in cima della tavola una vecchia, dall’altra una giovane e me in mezzo, a quest’ora io sarei andato a Patrasso; però a dare il tuffo siamo vicini, perchè alla giovane crescono le voglie, e alla vecchia scema la moneta...
— E simile contegno non ti nuoce alla reputazione?
— All’opposto, sarebbe screditato, e di molto, l’ufficiale che pelato non pelasse; aggiungi il gioco, nobile esercizio, apparecchio alla guerra, ma com’essa rovinoso.