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capitolo xxi. |
per tutta la persona; calido le diventò l’alito... la temperatura del bacio; le labbra della suora volendo susurrare non so che parole nelle orecchie del giovane, sbagliarono strada e si fermarono sopra la sua guancia. Curio allora interrogò se stesso:
— Ma che questo gabbiano voglia ministrarmi il suo amore come un purgante?
E ficcatole gli occhi addosso, fu subito chiarito di che si trattasse; e fra sè disse: chi non vuol vendere vino levi la frasca. Per la qual cosa, licenziata la suora con le più accorte maniere che per lui si seppero, chiamò a se il confessore, a cui sotto sigillo di confessione confidava essere preso di amore per la bella infermiera, e forse non presumere troppo di sè giudicando che ella di pari amore fosse rimasta punta. — Il confessore si morse le labbra, si fece inviso color di bargigli, e nelle escandescenze in cui ruppe diede a divedere che allo zelo del prete si mescolasse, oltre al dovere, concupiscenza dell’uomo cavallino; pure si tenne; anzi lodò il giovane della sua prudenza: ma da quel punto in poi la suora non si vide più; la surrogava una suora vecchia, di cui la faccia pareva plasticata nel sapone di Susa: il vaiolo si era preso il gusto di scavarci una moltitudine di cavità, dove la morte e il peccato giocavano alla buchetta.1
- ↑ Se a Platone, innamorato di Archeanassa, matura di anni, parve vedere gli Amori folleggiare nelle rughe del volto di lei,