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112 il secolo che muore


Genova, nell’ospedale stabilito dentro il convento di San Francesco di Paola, perchè colà, col benefìzio dell’aere marino e le cure delle pie suore di carità, recuperasse intera la prima salute. La intenzione pareva eccellente, ed era, come quella che si partiva da medici umani, ma il fine mirava a rendere in breve capace il povero Curio a sostenere il giudizio davanti al Consiglio di guerra. Chi avrebbe ravvisato in quella larva di uomo zoppicante lo splendido Curio? Lo intelletto è quasi un arco nella mano potente della volontà; se questa langue, lo intelletto inerte non balestra pensieri; Curio si sentiva il cervello peso come una pietra dentro al cranio; teneva continuo gli occhi chiusi, forse nel concetto stesso di Cosimo il Vecchio dei Medici, che interrogato perchè così costumasse, rispose: — Io lo faccio per avvezzarli a morire! — Sovente inoltrandosi nell’ombra stette a un pelo di passare il confino della ragione per mettere il piede nei dominii della demenza; facile trapasso, però che buio fitto ingombri il limite estremo, dove la ragione cessa e la demenza comincia; e gli fa ventura che gli comparissero ad ora ad ora davanti tre angeliche sembianze, quella di Eufrosina prima, seconda la madre, ultima Filippo, le quali sorridendo lo respingevano indietro spruzzandolo di speranza. Allorchè gli accadde aprire gli occhi, gli parve vedere e vide certo uno stormo di gabbiani che gli aliavano intorno al