Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
106 | il secolo che muore |
il campo italiano che non bevve del mio sangue? Qual rupe del Tirolo non ha un brindello della mia carne?
— E chi ve l’ ba chiesto?
— Chi? La patria.
— La patria non è il re.
— Come non è il re! non si dice e non si stampa essere il bene della patria inseparabile da quello del re?
— Già, fu detto, scritto e stampato; ma, caro voi, o che bisogno ci è che tutto quello si dice, si scrive, si stampa sia vero? Finche il bene della patria mette capo a quello del re, le cose camminano d’amore e d’accordo, quando poi si dispaiono allora il monarca inghiottisce la patria.
— E fosse così; o non fummo noi incamminati verso il Tirolo in virtù di ordini regi? non fu bandito ai quattro venti che doveva stendere colà il suo più forte braccio l’Italia?
— Già, perchè i cerusichi austriaci l’agguantassero, e punta la vena ne traessero in copia il sangue guasto.
— O come, non è dunque più vero che ci assicuravano avremmo contribuito grandemente alla vittoria, se da cotesto lato avessimo percosso il nemico?
— Gua’! Bisognava pure darvi ad intendere qualche cosa; — ma il fatto sta che voi ci entraste come