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94 il secolo che muore


Probo anch’egli per un pezzo si raffidò nella utilità che in fine di conto aveva procurato al paese. Se da altre parti avesse scorticato, o scorticasse adesso, questa era faccenda da definirsi fra gli scorticati e lui; certo scorticatore egli, scorticati i soci; ma costoro non erano mica tanti santi Bartolommei; la pugna era fra pirata e corsaro; e tal guaina qual coltello, A chi lo aveva aiutato davvero egli aveva largito o poco o assai la mancia, perchè ogni fatica merita premio, e così facendo aveva soddisfatto alla legge divina ed alla umana: alla divina, dacchè il Vangelo comanda: pagate la mercede all’operaio; alla umana, ordinando il codice che si retribuisca al prosseneta la sua senseria, e non distingue tra sensali baroni o non baroni, deputati o non deputati: ora sta’ a vedere che andando a braccetto con le due leggi divine ed umana si abbia a mettere capo alla galera. I beveraggi profusi da me mi devono procurare favore e reputazione di generoso, non biasimo. E quando mai in ciò fosse stata colpa, ma che dico io colpa? ombra, velo, fumo di cosa menochè retta, la quale valesse ad appannare la squisitezza del senso morale, come mai marchesi, conti, baroni, gentiluomini tutti di cartello, antichi ministri, deputati che vanno per la maggiore li avrebbero ingorgiati a gola di acciaio? Alla più trista, questi dovranno per necessità essere i miei giudici; o staremo un po’ a vedere, se basterà loro