Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/91


capitolo xvi. 89


— Commissione cinque per cento, ed uno di senseria, mi vi professo vostro per di dentro e per di fuori:

Sarò quel che più vuoi, ancella o sposa.


E questo tanto più sinceramente egli diceva, in quanto che dugento mila lire di biglietti aveva di già sgraffignato ad Omobono. Certo di potestà diventava sbirro, ma gran parte di prudenza umana sta nello spiegare le vele secondo i venti; così almeno predicano i diplomatici.

Ciò che fa in primavera l’amore nelle vipere, l’interesse opera fra i banchieri; per amore e per interessi ambedue s’ingrovigliano a gomitolo, sicchè riesce più facile schiacciare entrambi ad un tratto: piglia un sasso e buttalo giù sul viperaio, e tu vedrai di qua schizzare capi tronchi, che dardeggiano lingue biforcute, di là code che furiosamente s’inanellano, e si raddrizzano, finchè, scemando adagio adagio cotesta agonia di rabbia, cessino affatto; così accadde dei consorti di Omobono e di lui.

Probo ed i compari suoi subito posero mano a colorire i concerti iniziati; egli convertì i vincoli in catene e le ribad’ai piedi, alle mani e al collo dei suoi fautori; le varie specie delle corruzioni ei praticò tutte; però bisogna dire che, tentato il terreno con la punta della pala, se non si rimaneva, ci sprofondava anche il manico; con alcuni ci vollero biglietti fiammanti (i danari sonanti e ballanti