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86 il secolo che muore


timamente, che ve lo insegnò quel dolce di Calliope labbro, che fu messere Francesco Petrarca:

Rade volte addivien che all’alte imprese
Fortuna ingiurïosa non contrasti,
Che agli animosi fatti mal s’accorda,

epperò mi passo fino ad accennarvi quali e quanti contrasti io abbia dovuto superare, quante opposizioni vincere; ma poichè adesso, per sommo della fortuna benefizio, mi sono, condotto in porto anche io, mi trovo disposto a perdonarle ben mille offese.

Che almeno qui da sè stessa discorda.


Ed ora concedetemi, signori, che pigli commiato da voi, soddisfatto di avere compito il mio dovere: dubitare che voi non adempiate il vostro è ingiuria che non può cadere in mente in chi tanto come io vi onora e vi stima.

E si assise. I deputati, ronzando simili alle api, gli fecero grappolo d’intorno; chi lo baciava in volto una volta; il Ramassi non si tenne pago se prima non gli ebbe baciato ambedue le guance, e gli volle mettere le mani su le spalle come fanno i cani barboni quando accarezzano i loro padroni; per ultimo gli diè con bel vezzo un colpetto traverso la pancia. Come! Il Ramassi, che non aveva anche digerito l’ultimo pranzo di Egeo? Proprio lui. Eutropio della ghiottoneria, dalle mense tramontanti si voltava alle levanti. Che colpa è in lui se