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capitolo xvi. | 85 |
questo ai tanti sagrifìzi da noi patiti in pro di questa nobile patria...
La sfrontatezza (non la verecondia, la quale non ci bazzica più da gran tempo) la quale si trovava a stare nella tribuna della Camera sedata accanto a Elvira, sentendosi a coteste parole mareggiare lo stomaco, ebbe a fuggir via più che di corsa, ed avendo incontrato per le scale la impudenza sua sorella, che andava a darle la muta, le raccomandò che andasse su presto ad annacquare il vino a Probo, il quale lanciava all’aria campanili da mandarle fallite dentro una settimana.
— Molto meno, continua il Seigatti, deve e può arrecarsene il ministero, imperciocchè chiamati a serio esame le infinite comodità della impresa e i vantaggi portentosi, non ebbe a credere improvvido il largheggiare di un venti milioni agl’imprenditori: per me lo giudico addirittura provvidissimo; arrogi poi che a lui non erano state sottomesse profferte migliori nè in paese, nò fuori; onde la prudenza persuadeva che non si lasciassero scappare quello che avevano già in mano; per le quali cose, tutto bene considerato, se qualcheduno qui ha torto, confesso averlo io, perchè non fui lesto abbastanza a preoccupare il passo; ma voi, o signori, sapete ot-