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84 il secolo che muore


matura discussione possa deliberare quello ch’è spediente a farsi pel maggior vantaggio dello Stato. Ma innanzi che io ponga fine al mio ragionamento, sento il bisogno di scaricare l’animo mio. Della mia proposta io confido che non possa ne deva arrecarsene alcuno; non il gruppo degl’imprenditori stranieri (e tu nota, amico lettore, e notalo bene, come oggi costumi ingenuamente appellare il consorzio dei banchieri gruppo, ch’è quel nome col quale significhiamo il turbine generato da venti contrari, che cielo e terra rimescola, e il mare sconvolge coll’eccidio di quanti ci si trovano a pericolare sopra) spettabilissimi tutti, dell’amicizia di parecchi dei quali altamente mi onoro; essi non hanno debito alcuno verso la nostra patria: per loro la impresa non presentava e non doveva presentare altro aspetto tranne quello di un utile impiego dei propri capitali; ora, se consideriamo la immensità della impresa, le vicende a cui andrà pur troppo esposta, le fatiche e le cure, i venti milioni ch’essi calcolavano di guadagnare non parranno per avventura troppi a quelli che hanno fiore di senno e pratica di simili negozi; e non mancherà chi li giudichi discreti, anzichè no. Per noi è evidente che la faccenda procede diversa: sicuramente noi porremo ogni studio per guadagnare, o almeno per non rimettere; e se questo non ci riuscisse, ebbene, fin d’ora ci professiamo lieti e contenti di potere aggiungere anco