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a mal partito per moderarne la copia. Ecco qui, io non dirò il morto è su la bara, bensì il vivo sta a cavallo: queste sono sottoscrizioni di cittadini italiani, i quali si obbligano ad accollarsi tante azioni per l’ammontare del costo della ferrovia, e più; queste altre sono fedi di deposito delle somme richieste per fornire la guarentia della puntuale esecuzione della impresa, presso i primi banchieri d’Italia; le quali, dove taluno non reputasse bastevoli, io, a nome dei miei rappresentati, dichiaro raddoppiare.

Parecchie voci rabbiose ecco si fanno sentire, chiedendo che si leggessero i nomi dei sottoscrittori. Misericordia! Pareva una seconda edizione dell’Esodo; ebrei tutti: fra l’antico e il nuovo Esodo la differenza questa, che nel primo fu Moisè il conduttore d’Isdraele allo acquisto della terra, nel secondo era Probo il condottiero del popolo ebreo alla conquista della ferrovia. Ma ebrea o no, la moneta è contata; e il busillis adesso sta nello esaminare, non già se sia circoncisa, bensì se tosata. A me non riuscirebbe descrivere la confusione e il turbinio delle diverse passioni dei deputati, quando Probo, orgoglioso, drappellando le carte, andò a depositarle sul banco della presidenza, come l’alfiere pianta la bandiera sopra lo spaldo della rocca nemica. Neè qui si ferma costui, che, tornato al suo stallo, muta di un tratto sembianza, e con gesto e voce umili adesso chiede scusa