Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/72

70 il secolo che muore


Il pallone ormai è gonfiato: una sottile corda lo trattiene appena sopra la terra; l’orizzonte s’indomenica1 per fare onore al volo trionfale.

Chi è colui che sorge come vapore da paese guasto a spandere dintorno la desolazione e la morte? Egli ha nome Probo Seigatti. La natura, dicono, stava per fabbricare una nuova specie di avoltoio monaco, e già lo aveva quasi condotto a fine, quando, sul punto di agguantare un’anima di bestia qualunque e ficcargliela in corpo, sbagliò barattolo, e prese un’anima umana. Così nacque costui; ma egli, sentendosi a cotesto modo non finito, per completarsi tolse in prestito un altro paio di artigli, e se ne fece due mani; poi negò restituirli, opponendo la prescrizione all’uccello di rapina, che gli aveva dati in accatto. Nella prima gioventù il suo istinto di avoltoio lo condusse a ghermire quanto gli si parava davanti; mise gli artigli dentro la filosofia ed anche dentro la poesia, diede di becco nelle lingue, si avventò alla gloria, e stette a un pelo di cavarle gli occhi: ma, accortosi di breve come ben potesse sgraffiare tutte le cose buone ed oneste, non però staccare da loro il minimo brandello per proprio uso, prese a maledirle, e per giunta a struggersi d’invidia contro tutti quelli che, attendendo religiosamente allo studio delle discipline

  1. Indomenicare, vestirsi da domenica, acconciarsi pel di delle feste.