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60 | il secolo che muore |
Si alza il ministro, che a quei giorni fu un coso nè brutto nè bello, co’ capelli in parte bianchi ed in parte neri; sentiva altresì del guercio, imperciocchè con un occhio guardasse a oriente donde nasce il sole, e coll’altro ad occidente dove il sole tramonta; non buono, non tristo, ma alla occasione più tristo che buono; nei discorsi suoi limpido come l’acqua piovana, e come lei insipido: insomma un vero ministro costituzionale, creato da madre natura subito dopo il diluvio, e poi messo lì a stagionare: costui pertanto prese a snocciolare adagio adagio uno dopo l’altro tutti gli argomenti in pro della legge nell’ordine col quale glieli avevano imbeccati i segretari; e conchiuse col dire, ch’egli però non intendeva del rigetto di cotesta legge fare quistione di Stato: anzi se qualcheduno avesse a proporre meglio, non si peritasse; approvata o respinta cotesta legge, egli rimarrebbe.
Udendo Elvira (fino dalle prime ore del giorno convenuta insieme alla turba degl’interessati nelle tribune della Camera) coteste strane parole, non potè frenarsi da esclamare:
— Tondo ti conobbi e tondo ti rimarrai. — Bos in patria, asinus undique, come scrisse certo bell’umore per lo epitaffio di un deputato vivo.1
- ↑ Così, prima che su la tomba, fu scritto su lo stallo del Boncompagni, deputato, et haud memorabilis compare in Toscana di tutti i consorti e moderati, i quali ci hanno ridotti a tale, che di petto a noi Stenterello pare Agamennone.