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rispose: magari! ma temere assai poterlo fare con efficacia a causa del contratto di donazione scambievole celebrato col suo marito Egeo.

A questa inopinata notizia il nostro prete fece greppo come fanciullo a cui il gatto abbia sgraffiato una mano, pure, avvezzo ai colpi di vento, non si diede per vinto e chiese del contratto, e Amina, che lo teneva sotto il guanciale, potè porgerglielo senza indugio; il prete, presolo, volto alla inferma soggiungeva: — si desse coraggio; non disperato il suo stato affatto, e ci volesse per sanarla anco il miracolo, pensasse che come non sarebbe il primo, così non si avrebbe a giudicare l’ultimo operato per intercessione della beata Vergine e dei suoi santi avvocati in paradiso. Amen. Verso sera tornerebbe a visitarla, intanto trattenesse il pensiero in pie meditazioni.

Impaziente poi di uscire per la ragione che sto per esporre, e non rimanere soffocato dal fetore iniquo, irruppe con passi frettolosi fino alla porta, ma qui risensando tornò a comporsi, piegò il collo, atteggiò il volto a compunzione e aperse l’uscio. I servi, quale turandosi il naso e quale tenendoci sotto ampolline e fazzoletti intrisi in acque odorose, gli mossero incontro per domandargli: Come va? Come sta?

Ed egli:

— Ahimè! Laborat in extremis, orate pro ea, orate fratres; stasera verrò ad amministrarle la