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capitolo xix. | 421 |
pone glieli lavassero, tale altro non si toccassero; solo con molta cura si nettassero; chi li voleva coperti; chi scoperti: con quattro voti contro tre rimase vinto il partito della fumigazione. Posero la malcapitata a sedere sopra una sedia, e sotto questa collocarono un lume alimentato a spirito di vino, il quale infocava una lastra di porcellana messa orizzontalmente sul lume, e quivi spargevano ad ardere fino a due grammi di cinabro: coprivano inferma e sedia per via di cappa d’incerato disposta così, che non lasciasse adito a svaporazione; a quel martirio la facevano durare quindici minuti o venti; però cessarono di corto, imperciocchè ogni volta che tentavano lo esperimento ce la cavassero più morta che viva.
Ne i medici soli si erano moltiplicati intorno al letto della inferma, bensì preti, frati e di ogni generazione beghine; i primi non sapevano di altri rimedi che non fossero messe, tridui, novene, e così via; le altre, pur confessando la virtù di tutte queste cose, a cui aggiungevano quella dei rosari alla beata Vergine della Cintola, consigliavano, ammannivano e di celato ministravano all’Amina brodi di serpi e vino dove avevano annegato rospi... ella poi beveva disperatamente ogni cosa, tanto agita i petti mortali la rabbia della vita!
Tuttavia il morbo procede a bandiera spiegata: adesso tutto il suo corpo si cuopre di eruzioni pu-