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capitolo xix. 405


teneva tanto rimasuglio di olio da condire il riso alla Frosina, parve respirare, ed esclamò:

— Anche per oggi non istenterà, la meschina. Allora, tolto il coltello, si pose a trinciare l’erbe; quando l’aspettava meno, ecco comparirle davanti il padre Omobono, che sempre beffardo le domandò:

— Ebbene, i miei trentatrè soldi li hai tu ammanniti?

— Oh! padre mio, mirate un po’ che cosa mi sia riuscito raccattare per vivere la giornata... ed anche il pane l’ho avuto a credenza; e come sfinita si lasciò cascare su di una seggiola.

Il volto, l’atto e la voce di lei facevano testimonianza com’ella pur troppo avesse parlato il vero; per la qual cosa non parve aria ad Omobono insistere sopra il denaro, ma posta mano sul pane, sul riso e su gli erbaggi, il pane si cacciò sotto il braccio e il rimanente in tasca, poi volse imperturbato le spalle per andarsene.

— E noi con che camperemo? gli guaiva dietro Isabella; ed egli, di su il limitare di casa, di rimando:

— Un giorno di digiuno fa bene all’anima ed al corpo; quella preserva dal peccato, questo dalla indigestione — e scomparve.

Isabella, che fino a quel punto non aveva avuto balìa di levarsi da sedere, ecco sentire una fiumana di sangue avventarlesi alla faccia; i nervi irritati impartirle inusitato vigore, e assorta in piedi lo rin-