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402 | il secolo che muore |
stano pel tabacco — pure si mise a contarli — trenta... trentuno, trentadue, trentatrè... quanti gli anni di Cristo; — dopo averli intascati soggiunse: — Vo’ vedere se ne liai altri, e fattesi dare le chiavi, frugò armadi e cassettoni, ma non rinvenne altro: allora, infellonito di trovarli vuoti, si volse alla figliuola e le domandò:
— E della bella roba che avevi, che ne hai tu fatto?
— Padre mio... la miseria...
— La miseria! Vallo a contare ai morti... come puoi sostenere la miseria, se ti trovi capace di aprire in tua casa un ricovero di mendicità?
Isabella per se avrebbe sopportato ogni cosa, ma udendo umiliare così la povera cechina, cominciò a venirle meno la pazienza; ventura fu che di un tratto frullasse per la testa a quel tristo di andarsene, e:
— Orsù, disse, io non vo’ entrare nei fatti vostri; domani tornerò a mezzogiorno in punto... e bada a farmi trovare i miei trentatrè soldi... per ora, s’intende... perchè tu devi bene ficcarti nella mente che trentatrè soldi ad un uomo par mio non possono bastare.
Dio solo, che li vide, conobbe i dolori della desolata per sopperire alle improntitudini di cotesto uomo: anch’ella provò le sue ore di passione, che fanno sudare acqua e sangue: non bastando l’arro-