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targli le spalle; per guardature bieche non si sgomentava costui; con disgustosa famigliarità poneva a tutti le mani addosso, lasciando il segno nero anche su la veste nera; non gli riescendo co’ vecchi archetti a pigliare più uccelli, prese ad arcare; dapprima chiedeva cento per avere dieci, ma si ridusse presto a domandare dieci per ottenere uno: e ciò nonostante questo rigagnolo in breve si seccò; allora fu visto di via in via rovistare, a mo’ che i cani fanno per le spazzature, in traccia della sua figliuola; cerca, fruga con cervicace insistenza, alla fine la rinvenne; orribile a vedersi, le comparve davanti: sozzo nelle vesti e nel corpo, artigli le mani, il volto non più umano, le scarpe a ciabatta, sdrucite sul tomaio, sicchè seminava, come si suol dire, le dita; la palandrana per lungo uso lustra, sforacchiata, in brindelli, quasi bandiera che si fosse trovata a molte battaglie contro la miseria; il cappello ad ogni sussulto levava in alto il cucuzzolo... pareva la scatola del frate cercatore quando entra in casa al contadino, e la sporge col saluto: sia lodato Gesù Cristo, lusinga al nasso e lusinga alla religione della massaia; ma se era orribile a vedersi, troppo più era ad udirsi. Egli ghignando si congratulò con Isabella, che la sua fortuna le concedesse il lusso di beneficare la giovane cieca; cosa di ottimo augurio, dandogli sicurezza ch’ella potesse adempire il dovere di compensare il padre