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capitolo xix. | 383 |
CAPITOLO XIX. 383
Allora Elvira si pose a pensarci su, e dopo alquanti minuti di riflessione conchiuse:
— Andiamo via, i consigli di Figaro ci sieno di norma; e sedutasi al tavolino scrisse:
«Tutta cara Amina,
Apprendo da Egeo la tua partenza per Locarno: quanto questa tua risoluzione mi peni, io non ti dirò; ma tu sei donna di subitanei consigli, e a Dio piacesse che come subiti fossero sempre buoni: ma di ciò basta. Avrei voluto assegnarti centomila lire (quando temeva che le potessero venire accettate, disse quaranta o trenta; adesso, sicura che non le aveva a dare, sbracciava a uscita), ma Egeo mi didichiara che tu rifiuti recisamente danari, ferma nel proposito di sopperire ai tuoi bisogni col frutto del tuo lavoro; quantunque ciò mi sappia un po’ di superbia, pure io lodo, e faccio voti che la Provvidenza ti secondi. Ad ogni modo ti avverto che, in qualsivoglia caso, come la casa ti saranno aperto le braccia della tua benefattora; tu non picchierai mai invano alla porta del mio palazzo, nè mai invano ti richiamerai al mio cuore. Sii felice come ti auguro e rammenta qualche volta chi ebbe affetto di madre per te. — Elvira.»
In poscritto le annunziava la spedizione della roba; ce ne aveva aggiunto qualche po’ della sua, che la pregava a tenere in memoria di lei.
Egeo prese la lettera, assumendo il carico dello