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capitolo xix. | 381 |
dirti che dalle vesti che la coprono in fuori ella non si è portato altro: ora, ti domando io, ti pare egli decoro lasciarla uscire così ignuda da casa tua?
Elvira, per cotesto parole, si senti punta nel suo orgoglio, che di bontà e di convenienza ormai non si aveva a parlare con lei; onde alquanto risentita rispose:
— Se la sguaiata non se ne fosse partita insalutato hospite, avrei atteso a provvederla del bisognevole.
— Oh! via, di questo non la incolpare; fui io che la persuasi ad assentarsi così, per risparmiare ad ambe le parti una separazione che, forse a torto, io dubitai non si sarebbe effettuata senza qualche amarezza.
— Basta, io te la crederò come tu me la conti; qualche po’ di danaro se l’avrebbe pure a trovare.
— Ne anche un soldo per far cantare un cieco.
— E sarà; la è tanto sprecona.
— Non l’hai creata, bensì tirata su ad immagine tua.
— Ecco, un quaranta... un trentamila lire io gliele regalerò; con queste e col profìtto che caverà dai suoi talenti potrà tirarsi innanzi discretamente.
— E così per lo appunto disegna di fare, ma danari non ne vuole.
— Non vuole danari!
— No; ella teme che le abbiano a portare scia-