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capitolo xix. 377


il suo scopo, o perchè non la reputasse più idonea a procurarglielo; lasciarla in abbandono; non obbedirla i servi, talora deriderla, fra poco l’avrebbero maltrattata, forse peggio... e qui la sua voce sonava pianto, imperciocchè quello che diceva pur troppo temesse.

Egeo sentì i vestigi dell’antica fiamma, che a modo suo l’aveva amata. Gli fosse cotesto amore uscito dal naso, dal petto, o dai piedi, come gl’indiani credono che le diverse coste derivassero dalle varie membra del Dio Brama, fatto sta ch’ei lo provò un giorno, e adesso ancora, sotto molta cenere, ne trovava le tracce; perciò le diceva:

— Amina, da’ retta: tu, e non lo negare, mi hai trattato peggio dell’animale ch’è tanta parte nelle mortadelle di Bologna, sicchè non mi avrebbe da parer vero di agguantare la occasione pel ciuffo di vendicarmi di te; ma no; io ti volli bene e te ne voglio;

Anche infedel ti amai;
Ed or che sei tradita,
Le braccia io ti apro e voglio
Renderti soglio e onor,

come canta Percy nell’Anna Balena; dunque veniamo al grano, come diceva l’ebreo Marini; della mia vita ho risoluto fare una fine; mi è saltata addosso la fantasia di pigliare domicilio nel paese magno della quiete eterna, ma adagio adagio... con tutti i comodi... in bussola. Tutto provai,