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362 il secolo che muore


— Eh! per un pettin de ninte... perchè gli è falso.

— Falso!...

— Falsissimo; scià mii qui; scià mii qua; confronti, paragoni... e tante ne disse e tante ne aggiunse, da persuadere Pirrone.

— Ed ora? sospirò la povera donna, che si sentì venire la pelle d’oca, e non si potendo sostenere in piedi cadde sopra una seggiola.

— Ecco, soggiunse il sarto, un empiastro ci è, che rimedio non lo posso chiamare; io mi ripiglierò i vestiti per ora: a lei darò otto giorni per venirli a ritirare e pagarli; se passato questo tempo io non la vedrò venire, procurerò venderli a conto di voscià, e voscià mi rifarà la differenza tra il costo di fattura e il prezzo che ne avrò ricavato.

Non fiatò la povera madre; e animosa il doppio di quando si fece ad agguantarli per vestirli, ecco ora gli acchiappa per ispogliarli. La sventura, più che per proprio peso, noi troviamo grave per la debolezza dell’animo nostro; alla povera donna scoppiava il cuore come per morte; il solo sforzo ch’ella durava per non prorompere in pianto le avrebbe meritato la corona del martirio; ma gli uomini queste cose non sanno vedere, nè possono: Dio, licenziato dai cieli come un servitore infedele, senza neanco un zinzino di ben servito, è dispensato da vederle: quindi, sentire a quel modo oggi si giudica