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capitolo xix. 359


neva egli; ma poco innanzi della partenza il signor Omobono avergli ordinato consegnasse i libri della ragione al computista Nassoli, e questo aveva fatto; di ciò potersi chiarire ogni uomo gittando solo una occhiata su i libri, i quali sul fine palesavano che una mano di carattere diversa dalla consueta aveva scritto le partite; da questo in fuori non ci fu da spillare altro, ed il processo rimase in asso.

Succede nelle procedure criminali come nelle navigazioni transatlantiche, dove se ti favoriscono i venti etesi ti conduci a volo nel porto destinato; se all’opposto ti coglie la bonaccia, la nave per lunghi mesi dorme sopra l’Oceano che dorme; e poichè i giudici credono fermamente che queste calme giudiciali non rechino ingiuria ad alcuno, così non si fanno scrupolo di prolmigarle: in vero, o come lo imputato potrebbe giustamente desiderare quiete e sicurezza maggiori di quanto ne gode prigione? Quivi la voce del creditore non arriva a dargli molestia; quivi non lo angustia la moglie; gli stridi dei suoi figliuoli non lo assordano fin là; il padrone non si bisticcia con lui nè pel fìtto della casa, nè per le ore del lavoro, nè pel salario; le carrozze non lo investono per davanti, le tavole da pane dei fornai per di dietro, gli ombrellai possono fallire, i calzolai impiccarsi, i sarti chiudere bottega; nessuna cura per nutrirsi; tutto li dentro è pagato. Oltre la carcere, si conosce un altro luogo