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guerra e tempo di pace.»1 Ma egli risponde: Sta bene; badate che lo Spirito Santo ha taciuto di un altro tempo, che se non adoperiamo giudizio ci sta addosso, ed è quello di romperci il collo. — I furori erotici egli saprebbe sanare col nenufar e la canfora, ma contro ai bellicosi si trova corto a partiti; intanto non rifinisce mai di ripetere come una gazza addomesticata: — Ordine, padri miei, ordine; coll’ordine noi venimmo a capo delle più ree fortune; coll’ordine mantengonsi le monarchie ai tempi nostri; — e comecchè ogni giorno più gli si vada illanguidendo la speranza di rimettere i cervelli a sesto, pure ci si attacca con l’agonia del naufrago: dove questa speranza gli venisse a mancare, egli pregherebbe Dio di farlo morire e convertirlo in un orologio a pendolo per misurare il tempo, finche la eternità sua madre non l’affoghi nel caos con tutti i mondi attaccati al collo.2

Il commesso Carpoforo, debitamente chiuso in prigione, fu interrogato; ma costui, che scottato dall’acqua calda aveva appreso a tremare della fredda, non diede in tinche nè in ceci; non sapeva niente di niente, perchè il principale amministrava da sè la cassa, e quanto a scritture senza dubbio le te-

  1. Ecclesias., c. 2, n. 3, 8.
  2. Voltaire definisce il gesuita: animale che si leva la mattina alle quattro, si corica alle nove, dopo avere recitato tutto il giorno le litanie dei santi. Mémoires d’un Jésuite, p. 7.