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34 | il secolo che muore |
una baldracca al regio scannatoio, o una taglia pel regio erario; quando finalmente il premio alla virtù non si butta per terra, affinchè ella nel raccattarlo s’infanghi... Oh! scusino, signori: io mi batto il petto e mi chiamo in colpa, se in un impeto di passione mi è cascata la maschera; torno a riallacciarmela subito ed a mostrare di ridere perchè altri rida.
Approssimandosi il tempo di tirare in terra le reti, gli amici Omobono ed Egeo ebbero insieme questo ragionamento.
— Egeo, io ti ho da dire una cosa.
— Amico mio, dimmene due.
— Io ti ho da dire che più ci penso, e più sembra non sia stato ammannito abbastanza il terreno parlamentare.
E questo osservava costui per paura, perocchè sapesse pur troppo di far del resto sopra l’ultima carta; mentre Egeo, il quale credeva di aver mestato più che Carlo in Francia, rispose:
— Di più non si poteva; non sono mica terre da conciarsi col guano i deputati, nè con la pollina, nè con altri ingrassi.
— Che vuoi tu? È meglio avere paura che toccarne. Per me, se fossi papa, metterei la indulgenza plenaria a chi mi pestasse dentro ad un mortaio quei cialtroni di deputati repubblicani; to’, ci pestarono un filosofo, potrebbero pestarci anche costoro, che non sono filosofi.