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capitolo xviii. 343


— Ma non ci sarebbe verso di fargli dire un po’ di bene.

— Impossibile!

— Me ne rincresce; avrei voluto erogare un po’ di danaro in suffragio dell’anima sua... non ne parliamo più.

— Ecco, signora, come si potrebbe fare: ella avrebbe a commettermi quel numero di messe che a lei sembrasse spediente, da celebrarsi secondo la sua intenzione, ed ella le applicherebbe in pro dell’anima del defimto: io voglio credere che le faranno bene, alla peggio male non glie lo faranno, e’ sarà come della nebbia, che lascia il tempo che trova.

Così rimase stabilito con mutuo gradimento; gli altari smagliarono di candele; le chiese echeggiarono dei soliti canti; di su, di giù la solita schiera fosca dei preti, come formiche alla busca del grano.

Il pretore, battuto in breccia da tante parti, non seppe negare la istanza che le reiterava la marchesa, molto più che il maresciallo gli faceva osservare fin lì non esserci querela, nè egli poteva pigliarsi da sè le parti di giudice istruttore: quanto spettava a diligente magistrato essere stato da lui adempito. Assicurato tutto; dalla stanza mortuaria non estratta nèe manco una spilla, nequidem acicula; di ciò essersi accertato mercè la perqui-