pezzi di cui va composta l’Italia per ora stanno cuciti a filzetta, mentre prudenza consiglia ad assicurarli a sopraggitto. Di più, consideri quali e quanti vantaggi ridonderanno dai quattrini stranieri risucchiati qui da noi. E ci hanno cervelli malsani che temono possa perpetuarsi a questa maniera la dominazione degli avventicci, surrogando in certa guisa la prepotenza del danaro a quella delle armi; non dia retta, le sono fisime coteste. Il concetto del Danton, che il cittadino non si porta sotto le suola delle scarpe la patria, non è pensiero, bensì dolore di corpo dei repubblicani di quei tempi: oggi non usa più, e i repubblicani dei giorni nostri cantano a squarciagola il coro degli zingari del Turco in Italia: «Nostra patria è il mondo intero.» Ad ogni modo, se non ce la porta il cittadino, ce lo porta il banchiere: patria per lui ogni paese dove il denaro frutta dal venti per cento in su. Di fatti gli ebrei furono chiamati a Firenze dalla repubblica a patto che, oltre il diciotto per cento sopra la moneta prestata, non avessero a pigliare per usura. Tanto vero che pel banchiere patria è quella dove fiorisce l’usura, che gli ebrei non sono voluti tornare in Gerusalemme: per la fabbricazione del tempio avrieno potuto aspettare, ma per la Borsa no: è indispensabile che ce la costruiscano prima. Edificata che sia, quel Dio che precede il popolo d’Isdraele verso la Terra Promessa dentro una colonna di fuoco, lo ricondurrà a Geru-