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336 | il secolo che muore |
sua primiera, non parve vero di dare una trafìtta al pretore.
Allora Elvira, usa a chiappare le occasioni a volo, chiamato in disparte il medico, lo tastò:
— O non sarebbe meglio che io me la riconducessi a Milano?
— Magari! Ma con questo boccone di scossa io non garantirei.
— Senta, dottore, io non voglio che da lei si garantisca nulla; sono io quella che intendo recisamente ricondurla a casa; desidero che ella ne sostenga la convenienza... la utilità... la necessità... la mia carrozza è comodissima, vostra signoria ci accompagnerà a Genova, occorrendo a Milano: e’ sarà mestieri accomodare mezza carrozza a modo di lettuccio, provvedere medicine, cordiali... dottore, la supplico, pensi a tutto lei, perchè, vede, se io non do la volta, è un miracolo: non badi a spesa, sa? Eccole un biglietto da mille; poi faremo i conti.
Lasciato il medico in asso, la Elvira tira da parte il prete e gli dice:
— La mi dia la mano.
— O che ne vuol fare?
— Mi conceda che io gliela baci.
— O signora marchesa, ma che le pare?
— La mia figliuola è salva! Ottenni la grazia, e non gabbo i santi io. Prenda questi due da mille