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mente a volersi degnare di accettare il suo braccio; e così si avviarono alla canonica.

Il prete era tornato a casa inviperito peggio di un basilisco; per le scale, sul pianerottolo, in sala e in camera, non rifinì di bestemmiare, come bestemmiano i preti: — per Cristallino, giuro a Dio Bacco — ed altre più argute amenità che non si rammentano per lo migliore. Alla Verdiana, che gli domandò se voleva mangiare un boccone, rispose: Va’ là, Verdiana, che dei bocconi ne ho inghiottiti più del bisogno, e Dio sa se amari. Tutta la sera disdetta; per chiusa, quell’assassino di pretore, con un goffo fulminante, mi ha ammazzato la più bella primiera che si sia vista nel mondo. La Verdiana soggiunse: vuole che venga ad aiutarlo a spogliarsi? Non vo’ aiuti, disse il prete; e la serva: vuole che le accenda la lucerna? Non vo’ lumi, levamiti davanti, il prete disse, in altra maniera, ma non si può ripetere: appoggiato al letto, ecco egli butta una scarpa di qua, un’altra di là: nel tirarsi i calzoni, volto il capo dove pendeva la immagine della Madonna, favella: Ah! tu mandi i goffi al pretore perchè mi ammazzi le primiere; ebbene, io mi terrò su la lingua le mie avemmarie; tu mi levi i quattrini di tasca ed io non ti metto l’olio nella lampana...

— Signor curato... o signor curato... — urlando da disperata e forte squassando la porta lo inter-