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capitolo xviii. | 309 |
— E tu in paradiso subito — rispose il prete, e scappò via.
Sul fare del giorno, in una via traversa di Nervi, quasi nascosta sotto i rami di un gruppo di salici, si vedeva ferma una carrozza polverosa; se dentro ci fosse gente non si poteva scorgere, essendo le tendine abbassate; il cocchiere a cassetta dormiva; un altro servo vegliava ritto alla testa dei cavalli; dopo non breve ora la campana della parrocchia squillò il primo rintocco dell’Ave Maria; allora si aperse adagio adagio uno sportello della carrozza e ne uscì una donna avvolta nel cappotto e incappucciata; acceimò al servo vigilante, che le andò incontro qualche passo, sicchè ella potè a voce sommessa susurrargli:
— Merlo, fa’ di trovare l’albergo che ci hanno indicato; bisogna tu riponga il legno in qualche scuderia affatto sgombra, perchè non vo’ che veruno lo guasti: e poi era guasto, non era; ci facciamo il sangue verde e bisogna succiarci il danno; i cavalli poi metterai dove ti resta più comodo; dirai al locandiere che avendo a parlare al signor curato, mi ci sono condotta subito; molto più che avendo sentito sonare a messa non ho voluto mancare di udirla; fa’ allestire il quartiere più appartato che sarà possibile: poi vienmi a prendere verso