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298 | il secolo che muore |
pedestre la via: declinata la faccia incomincia a istituire mentalmente un conto a partita doppia delle ragioni che lo consigliavano a vivere di fronte alle altre che lo persuadevano a morire; poi tirò le somme e chiuso il conto esclamò: — Non ci è caso, bisogna, morire. — Io mi passo da riferire i molti e sottili motivi di cotesto strano Dare ed Avere; solo dirò che accadeva dei suoi pensieri come degli uomini usciti dai denti del serpente seminati da Cadmo, i quali, appena nati, pugnavano fra loro fino alla morte.
Amina avendo udito dal messo dello incontro avuto con Omobono e della lettera a lui consegnata, timorosa di guai, corse tosto alla sua volta; scortolo da lontano lo chiamava con voce e con cenni; ma invano; giuntagli accosto lo tentennò forte per le braccia; allora egli si scosse, le sue pupille oscillarono e ripresero la virtù obiettiva: come se uscisse dal deliquio sospirò:
— Amina, sei tu?
— Sì, sono: perchè sconvolto così? Ti senti male?
— No, bene.
— Ebbene, che ci ha di nuovo?
— Ecco, e le sporse la lettera.
Amina lesse e rilesse; poi soggiunse:
— Ebbene, che hai pensato?
— Morire; rispetto a te, quanto più so e posso