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rissimi per rimembranze, per pregio insigni, ma non sapeva darsi capace della croce che se ne dava; ond’è che ingegnandosi consolarla le diceva:

— Cara mia, non ti disperare; te ne comprerai un altro che tu illustrerai con disegni più helli dei primi. I tuoi sono sicuri; temi forse ti vengano a mancare gli altrui? O che ti butti a madonna fallita? Avrai quanti desideri adoratori che crederanno toccare il cielo con un dito appiccando voti alla tua immagine.

— Ti compatisco, gli rispose Amina, perchè non sai qual tesoro di affetto si contenesse là dentro; lascio i disegni miei, che sono miseria, tuttavia cari per testimonianza di giorni giocondi che non torneranno più; e gli altrui, oltre all’essere mirabili per eccellenza di arte, mi davano ricordo di sensi gentili e di cortesia; ciò di cui non posso consolarmi è la perdita delle lettere del padre, dei congiunti, degli amici, delle persone caramente dilette; ma più che tutto mi addolora la perdita dell’anello sul quale mi giurasti fede di amante e di marito, e delle tue lettere... le tue lettere!... vero metallo arroventato tratto fuori allora allora dalla fornace; — ah! tu non sapresti più adesso scrivermene delle uguali... se tu ti e’ impancassi faresti cosa di riverbero... reminiscenze, non getti di vena: ed io le custodiva a sommo studio per mostrartele il dì che avessi dovuto rimproverarti di scemato amore e