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286 il secolo che muore


— Perchè non così anche noi? Codesti fuochi dal cielo muovono verso la terra, e noi, Amina, spiccandoci dalla terra dovremmo quetare in cielo.

— E chi para?

E qui amplessi e pianti con l’altra procella di affetti, la quale impedisce che le acque di Amore stagnando impadulino.

— Orsù, Amina, un bel giorno disse, levandosi per tempissimo, che cosa facciamo qui? Moviamoci, nel moto sta la vita; mira come leggiere s’increspano le acque del lago, senti come soave ci venta in faccia la brezza montanina; — prendiamo una barca e andiamo a fare un giro: io porterò meco il mio portafogli, e quando mi capiti sotto qualche orrida scena, ovvero elegante, io mi piglierò diletto a schizzarlo.

— Ed io?

— Angiolo mio, tu ti spasserai a vedermi disegnare, o piuttosto fa’ una cosa, provvediti di una lenza e pescherai.

— A cannetta?

— A cannetta.

— Ma sai tu che cacciare a civetta, pescare a cannetta e prestare a sicurtà, son tre castronerie che l’uomo fa; — basta, come ti piace, Amina mia, contenta tu, contento io.