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262 il secolo che muore


recapiti mercantili, valori e biglietti di banca, si trovasse a possedere il valsente di un milione e più. Omobono non li vide, perchè tenendo la faccia bassa sopra il seno di Amina, meditasse che, se caso mai avesse dovuto morire, fin d’ora lasciava per testamento volere essere sepolto vivo là dentro: io vidi sì corruscare gli occhi all’Amina al modo stesso che balenano alle bestie feroci nel punto che stanno per avventarsi sopra la preda; ond’ella, più felinamente carezzevole che mai gli fosse stata, stazzonò i capelli e le guancie di lui e interrogò poi con voce che sì e no pareva lamento:

— Ed ora, sposo, può la tua moglie sapere che cosa tu intenda fare?

— Forse mi avanza la scelta? Ecco in succinto l’unica via che mi para davanti il destino. Io fuggirò, portando meco del mio danaro quel tanto che mi basti per condurmi in America traversando la Svizzera; il danaro potrei in coscienza appropriarmi tutto, perchè me lo sono guadagnato con industria onesta del pari che indefessa; e se il mio nonno per lo addietro mi provvide di capitali, io glieli ho restituiti con usura: se i suoi affari da parecchio tempo tracollano in un baratro senza fondo, i miei, meno voraginosi ma più solidi, prosperavano; pure glielo lascerò tutto o quasi. Io so bene che lo sciagurato lo farà sparire, e so eziandio, perchè non si tenne dall’ordinario in mia presenza