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gliolo, nè asciugamano, nè fazzoletto, nè cintura, che tutte queste si era in bella maniera portate via il custode; tastò le pareti se mai gli venisse fatto d’imbattersi in un chiodo. Zaccaria trovò le pareti del carcere copiose di chiodi come la zucca di Eliseo profeta di capelli:1 provò a battere il cranio nel muro, ma egli ebbe a desistere perchè la spossatezza gli toglieva la forza da potersi ammazzare, l’angoscia soverchia che provava, in ultimo il sentirsi urlare con grida bestiali dalla stanza accanto: «Se vuoi crepare, crepa, ma piano, e lasciaci dormire ». E guai se avesse preso fumo il custode; la camiciola di forza non gli sarebbe mancata, nè la legatura sul letto. Strana cosa! la fortuna avversa gli chiudeva al morire ogni via, e intanto a lui cresceva del morire la sete; mentr’egli si travaglia in questo spasimo gli accade mettersi le mani nel corpetto e si sente incidere lievemente le dita.

Come mai poteva succedere questo? Oh! ecco; Zaccaria era ebreo, voi lo sapete, e sapete altresì quali vincoli di parentela sieno corsi sempre fra ebrei e quattrini; ora a Zaccaria un giorno venne

  1. Il profeta Eliseo era zuccone; andando in Betel, certi piccoli fanciulli lo uccellarono dicendo: calvo! calvo! Eliseo li maledisse, e due orse uscirono dal bosco e uccisero 42 fanciulli; dico quarantadue. — I Re, 2, c. 2. — Se Eliseo aveva la parrucca, questa strage non succedeva; di qui il lettore vorrà persuadersi della utilità delle parrucche.