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loquio coll’avvocato genovese, gli confessò pietosamente essere arrivato alla sua più grande fatica; sentirsi stracco, pure avrebbe servito lo Stato finchè gli bastassero le forze: soldato del dovere, anch’egli sentire l’obbligo di morire su la breccia... cioè sul collo ad un impiccato.1 Io al racconto di questi sensi magnanimi provo una commozione nelle viscere che mai l’uguale; e perchè non onorano il Piantoni con l’ordine del Merito? Se non lo danno a lui, o che ci sta a fare? Come da ora innanzi potrà sostenersi ordine del Merito se continua ad esseme privo il Piantoni? E bisognerebbe rimandarla alle calende greche, perchè leggiamo che il povero uomo non ne può più le cuoia, e di recente fu mestieri raccomandarsi a un manigoldo dozzinale, che costò un occhio e per giunta pretese lire cinquecento pel suo figliuolo sotto boia non contemplato nel contratto di nolo.2 Levo il punto e ripiglio il cammino: — e il boia dalla scala saltare come il giugarro a mezzo il trave, e quivi con la maestria nella quale il buon Piantoni si vanta e veramente si mostra professore, ecco applicargli un piede tra il collo e l’orecchio, e quivi pigiare forte di scancio, affinchè la lussazione delle vertebre si operi in un attimo, e così succeda, secondo l’autorevole giudizio del prelodato

  1. Vedi il libro del Carnefice dell’avv. Giacomo Borgonuovo.
  2. Vedi gazzette del giorno.